Racconto ‘Sbadiglio’ Parte 6
Ottobre 9, 2017 8:38 pm Published by Leave your thoughts

Un racconto distopico. Un’epidemia, un amore e una giovane ragazza.

É tutto un sogno?

O è la realtà?

E soprattutto… come si fa a distinguere la realtà dal sogno?

Ascolta la soundtrack mentre leggi il racconto.

Una mattina Clara e Leo salirono in terrazza. L’aria mattutina rinvigorì i loro muscoli mentre il cielo stava albeggiando.

 Non avevano dormito neanche un’ora quella notte. Non avevano potuto.

Erano rimasti solo pochi ragazzi, le scorte erano finite, gli appisolati avevano occupato tutte le aule, e non erano rimasti molti luoghi sicuri. La terrazza era per fortuna vuota.

Clara e Leo si affacciarono e ammirarono la desolazione, la morte sulla Terra.

Perché lei non era ancora crollata? Perché continuava a resistere, solo per stare con Leo?

E come sarebbe stato diventare pensiero, immagine senza poter percepire il proprio corpo?

Clara sbatté violentemente le mani contro la ringhiera di ferro. Non se ne accorse subito, ma dovette fissarsi le mani attentamente per percepire un dubbio.

Come mai non aveva sentito dolore? Perché le sue mani non erano arrossate?

E il dubbio divenne più prepotente. E se già era caduta vittima del sonno letale?

Non avrebbe dovuto accorgersene? Non ne avrebbe percepito il pericolo?

E se fosse già in un sogno… lei aveva sognato tutto l’amore che Leo ricambiava nei suoi confronti? Erano tutte fandonie? Tutte creazioni della sua mente contorta, debole, e bisognosa.

Se era un sogno, come poteva ancora vedere la situazione tragica della scuola?

Come poteva conviverci tutti i giorni? Come poteva essere, insomma, così cieca?

E da quanto tempo dormiva e sognava questa situazione?

Leo lo sapeva? Era frutto del suo desiderio o era veramente la sua entità a fissarla in quel momento?

Lui sapeva che forse stavano già sognando?

Leo fissò le mani di Clara e si sorprese del suo gesto. Non le chiese niente, paralizzato.

Non se la sentiva di spiegargli il suo pensiero, senza avere la certezza del suo presentimento.

Non poteva costringerlo a conoscere la tragica, irritante e odiosa verità.

Beata ignoranza, pensò con un mesto sorriso.

Forse anche lui stava comprendendo, ancora fissava le sue mani.

«Cosa stai pensando?» domandò, leggendole quasi nel pensiero. Ciò l’afflisse ancor di più.

Leo, il ragazzo che amava, era solo una sua creazione con grandi probabilità.

Il vero Leo non l’avrebbe mai amata. Non si sarebbe mai dichiarato.

Clara non sapeva cosa rispondere, iniziò a scervellarsi per trovare qualcosa di diverso da dirgli.

«Sto iniziando a sperare di trovarmi in un posto migliore. Un luogo in cui l’uomo possa mostrare sincerità e gentilezza. Un luogo in cui tutti amano e si sentono amati. Un luogo in cui la ragione può guidarci verso la giustizia. Vorrei solo questo… perché credo che in questo modo non ci sia più il male a dominarci, a farci tacere, a farci vivere solo di speranze e paure, illudendoci, uccidendoci.»

«Io ho paura dell’ignoto» disse fermo Leo.

«Sì, anch’io. Ma ho maggior timore della solitudine… e se poi non ci rincontreremo nel sogno?» domandò con una vana speranza.

Leo la abbracciò e tentò di rassicurare Clara ripetendole che cercherà di sognarla sempre.

Tuttavia fu una dichiarazione inutile e per niente rassicurante.

«E se tutti si addormentassero e io rimanessi l’unica persona sulla Terra?» mormorò con voce tremolante.

«Uno o l’altro sbadiglierà e ci addormenteremo insieme. Non puoi proprio temere questo» cercò di scherzarci sopra, ma la intristì ancora di più.

Siamo condannati, pensò lei, anche dal nostro amore.

Si sdraiarono sulle mattonelle, si abbracciarono sperando di sparire al più presto.

Lui le baciò i capelli e lei si strinse ancora di più a Leo.

Addio amore, pensò, se lo sei, se tutto ciò è vero.

In fondo che cos’è il sogno? Il sogno non è un pensiero che vuole controllare la vita?

Il desiderio che plasma la realtà a sua immagine? Che cosa o chi dice che il sogno non sia reale?

È un mondo che illude i desideri ed è dominato dalla paura, come si fa a dire che è diverso dalla realtà?

Non è altro che un modo di sopravvivere.

Un luogo in cui non si può sentire dolore sulla pelle.

Fine

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